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13 Marzo, andiamo oltre le celebrazioni

2023-03-13 16:35

Potere al Popolo Ravenna

TERRITORI, elisabetta montanari, morti sul laovoro, 13 marzo 1987, porto di ravenna,

13 Marzo, andiamo oltre le celebrazioni

36 anni sono passati da quel 13 marzo del 1987 quando nel porto di Ravenna, 13 lavoratori morirono soffocati come topi nella stiva della nave E.Montanari...

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36 anni sono passati da quel 13 marzo del 1987 quando nel porto di Ravenna, 13 lavoratori morirono soffocati come topi nella stiva della nave E.Montanari durante lavori di manutenzione.

 

Filippo Argnani, di 40 anni.

Marcello Cacciatore, 23 anni, di Ruffano (LE).

Alessandro Centioni, 21 anni, di Bertinoro.

Gianni Cortini, 19 anni, di Ravenna, era al suo primo giorno di lavoro.

Massimo Foschi, 36 anni, di Cervia.

Marco Gaudenzi, 18 anni, di Bertinoro.

Domenico Lapolla, 25 anni, di Bertinoro.

Mosad Mohamed Abdel Hady, 36 anni, egiziano, residente a Marina di Ravenna.

Vincenzo Padua, 60 anni, unico dipendente della Mecnavi, vicino al pensionamento.

Onofrio Piegari, 29 anni, di Bertinoro.

Massimo Romeo, 24 anni, al suo primo giorno di lavoro.

Antonio Sansovini, 29 anni.

Paolo Seconi, 24 anni, di Ravenna, al suo primo giorno di lavoro.

 

Nomi e cognomi per esteso non numeri, lavoratori che come molti di noi sono usciti di casa la mattina per svolgere il proprio lavoro quotidiano e non sono più tornati a casa la sera…

 

In questi giorni, da parte delle istituzioni e delle forze sindacali confederali, ci sarà un fiorire di  convegni e celebrazioni di ricordo.

 

Riteniamo doveroso onorare la memoria di quelle vittime e di quel tragico giorno.

Ma..   Sì c'è un ma.

 

Prendendo  i dati dell’ Osservatorio Vega di Mestre in Italia nel corso del 2022 si sono contati 1.090 infortuni mortali  in significativo aumento (+21%) rispetto al 2021.

Nel 2022 la Provincia di Ravenna occupa “tristemente” il 15° posto a livello nazionale con 15 decessi (più che raddoppiati rispetto ai 7 del 2021), "maglia nera" in Romagna con il 46,6% di indice infortuni sugli occupati.

 

Vi chiediamo, dove siete quotidianamente quando lo stillicidio dei lavoratori continua?


Dalle Istituzioni solo “ solite parole di indignazione e cordoglio alle famiglie”.

Del resto sindacati e istituzioni hanno a livello locale il loro palliativo, la loro foglia di fico buona in queste occasioni, L’Osservatorio per la Sicurezza e la legalità.

 

Anche nei convegni di questi giorni ci raccomandiamo, riempitevi la bocca con questo strumento inutile così come lo avete costruito, annunciate che analizzerete e poi “agirete” con una “piattaforma di intenti tra le parti sociali e economiche”.

 

Insomma celebrerete anche quest’anno lavandovi la coscienza come al solito.

Non è così per noi di Potere al Popolo.

Ci rifiutiamo da sempre di considerare disgrazie o fatalità su cui piangere  gli OMICIDI SUL LAVORO e gli infortuni quotidiani.

Il ritmo del lavoro non può rallentare e tutti i dipendenti devono essere produttivi e questo si riscontra come dato comune quando si indaga sugli omicidi sul lavoro: sicurezze disattivate, scarsa formazione dei nuovi assunti, tempi e risultati contingentati da tabelle rigorose.

Si usa, come purtroppo  abbiamo visto con la morte di Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci, anche l'alternanza scuola lavoro come strumento per avere manodopera a costo zero e senza tutele.  

E non  parliamo poi del sistema di appalti e subappalti (girone infernale dantesco come da sempre denunciamo) o in edilizia della frenesia per realizzare il bonus del 110%.

 

Per molte aziende la sicurezza è solo un costo da eliminare al fine di realizzare il massimo profitto. 

 

Basta sfruttamento, basta precarietà e tagli al personale di controllo, cancelliamo le leggi compiacenti che il liberismo ha fatto approvare a chi governa e ha governato (fosse del centrodestra o centrosinistra poco cambia, tutti proni agli ordini ) 

 

Lo stillicidio quotidiano di infortuni e omicidi sul lavoro a Ravenna e in Italia deve diventare una delle priorità con interventi immediati, veri e decisi da parte di tutti.  

 

Cominciando da più controlli nelle aziende e cantieri (rafforzando gli organici tagliati) e soprattutto approvando la proposta di legge sugli Omicidi sul lavoro ( che prevede pene dai 10 ai 18 anni per i datori di lavoro che, non adempiendo ai nuovi obblighi normativi, causano la morte o l’infortunio grave di un dipendente).

 

Noi di Potere al Popolo non ci stancheremo mai di ripeterlo e ci batteremo per questo sempre.

 

redazione@camminaredomandando.it

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