Come cittadini di Lugo e della Bassa Romagna siamo contenti delle nuovi sorti dell'Ospedale Umberto I. Sembrava dalle politiche regionali che fosse destinato a chiudere, invece si torna indietro. Ci sono state le proteste dei cittadini, delle madri che vogliono far nascere i propri figli a Lugo, ma anche delle forze politiche di opposizione, tra le quali la nostra che nel 17 giugno 2019 protestava accanto al personale sanitario, il quale denunciava carenze nel proprio settore.
Ovviamente non ci illudiamo a dare un contributo forte è stata l'emergenza del Coronavirus, la quale ha visto la sanità pubblica come unica componente in grado di combattere questo morbo. Il piano regionale di trasformare la sanità nel "Modello Lombardia", come più volte dichiarato da Bonaccini, per fortuna è andato a rilento, e probabilmente ci ha salvato, il turismo sanitario e altri progetti assurdi speriamo vadano anch'essi in archivio.
Si torna indietro per fortuna, ma non basta, perché il personale all'Umberto I è scarso, perché le risorse sono poche e bisogna aumentarle. Le risorse, il denaro delle tasse, devono servire a finanziare la sanità pubblica, il privato guadagni dal privato. Dobbiamo tornare a rendere efficiente anche la "macchina degli esami" fortificare il pubblico e al massimo usare il privato per il di più.
Speriamo di metterci alle spalle anche la folle gestione delle "Case della Salute" le quali hanno senso solo per quelle località lontane dai servizi sanitari, non come a Lugo dove ne è prevista una a 200 metri dall'ospedale, utile solo per giustificare l'ennesima speculazione edilizia.