Non vogliamo entrare nel merito delle cose interne al PD e del suo congresso, siamo anche noi di Rifondazione impegnati insieme a Potere a Popolo ed a altri soggetti al radicamento di Unione Popolare. Notiamo però stupore, dei tanti tesserati PD che incontriamo, sulle scelte del loro partito e allora ci teniamo a chiarire una cosa, in modo che UP non venga erroneamente confusa col centrosinistra e col PD.
Per noi è un partito ormai che ha valori e idee di destra che da anni cerca di mascherare. Di fatto si sta creando un area tra Forza Italia, Renzi e Calenda e il PD con affinità politiche in crescita, a volte potresti sovrapporne i programmi. Queste aree mirano soprattutto ad essere i rappresentanti dell’establishment, i ricchi, il problema è che vorrebbero farlo col voto dei poveri, e orami dopo anni di distruzione di diritti dei lavoratori (art.18, job act, fornero etc,), diritti umani (campi di concentramento in Libia detta anche Minniti/Orlando) e anche l’economia non riescono più ad ingannare quella fetta di popolo. L’unico intoppo alla fusione è Berlusconi, fino a che sarà in vita l’ex cavaliere le aree non si fonderanno, troppo ingombrante Silvio.
Punto la questione sta tutta qui, chi pensa che forse esageriamo dovrebbe ripassare un po’ di storia, il PD neonato a guida Veltroni candida il forzista Calearo in Veneto (da candidato girava con la suoneria di FI nel telefono), dopo aver preso lo scranno abbandonerà il PD. Quindi almeno a noi non ci meraviglia che il PD, o una parte importante di esso, voglia candidare ex forzisti, se Letta fosse stato più veloce di Calenda la Gelmini e la Carfagna le avrebbe tesserate lui, come già fatto con la Lorenzin. Il PD non fa altro che andare dove la natura lo chiama. A destra. Infatti la discussione è solo sul nome di chi lo porti definitivamente li, i dirigenti identificati come “di sinistra” si sono giocati già tutte le loro possibilità ed hanno fatto le peggio porcate al governo.
E qui veniamo a questa intervista di Ravennanotizie.it fatta al Sindaco, del nostro comune (Lugo per chi ci legge da fuori), Ranalli. Ebbene sarebbe una meravigliosa intervista se a parlare fosse un passante, un simpatizzante o solo appassionato di cose politiche, ma purtroppo Ranalli è un dirigente del PD ormai storico del territorio e dal 2014 sindaco del Comune di Lugo. Ci facciamo una domanda quindi: I principi che Ranalli auspica siano del futuro PD e cioè “il clima e l’ambiente da una parte, la pace dall’altra.” perché non li ha usati anche per governare finora?
Sulla Pace le sue risposte sono di un cerchiobottismo incredibile, non riesce a prendere una posizione forte ed è l’esempio di una classe dirigente che segue l’onda aspettando di capire chi vince. Da sindaco di Lugo ha avallato le peggiori politiche contro l’ambiente in linea con De Pascale e Bonaccini tutto a destra: cementificazioni, centri commerciali, e pozzi di estrazione di metano con un piccolo contentino agli amici con piazza Savonarola. Sui pozzi stiamo attendendo ancora i milioni della royalties che dovevano arrivare sul territorio, nel frattempo il progetto è diventato quello che tutti sapevamo già: speculazione finanziaria.
Per il resto il partito a cui noi facciamo opposizione si è chiuso su pochi nomi, che hanno grossi interessi personali nel territorio o in molti casi sono finti dirigenti pilotati, allontanando chiunque avesse idee contrarie al sindaco e al suo seguito. I partiti con i quali ha costruito la giunta e la sua maggioranza in molti casi non esistono nella realtà o sono parentame di vecchie dirigenze stantie che spesso sono inclini anche a strafalcioni pubblici dove sanno dare il meglio.
Insomma a leggere questa intervista un’osservazione ci viene di fare che racchiude tutte le altre: Ma Ranalli finora dove è stato? Non a Lugo immaginiamo, dato che come canta De Gregori sembra che “tutto questo Alice non lo sa”.