di Maurizio Acerbo
La legge che istituisce la ‘Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli #Alpini’ suscita sconcerto e preoccupazione per l’ennesima operazione di revisionismo storico condivisa da centrodestra e centrosinistra.
Nulla di male nel dedicare una Giornata agli alpini ma quella approvata è una legge sbagliata che contribuirà ulteriormente al rovesciamento della storia già determinato nella memoria collettiva dal #GiornodelRicordo.
Il parlamento ha deciso di “conservare la memoria dell’eroismo” degli alpini nella battaglia di Nikolajewka, cioè l’eroismo di chi ha invaso l’Unione Sovietica al fianco delle truppe di Hitler.
L'invasione dell'URSS è stata la pagina più sanguinosa della Seconda Guerra Mondiale. I nostri alpini erano schierati, per responsabilità di Mussolini e dei Savoia, dalla parte sbagliata e fortunatamente furono sconfitti dall’Armata Rossa che poi liberò i prigionieri nei campi di sterminio nazista.
Il 26 gennaio l’Italia celebrerà l’eroismo di chi combatteva contro l’Armata Rossa e il 27 gennaio la liberazione di Auschwitz da parte della stessa Armata Rossa?
Neanche una parola di condanna dell’invasione nazifascista è stata inserita nel testo della legge.
Questa legge offende non solo la memoria dei 27 milioni di sovietici caduti, tra cui c’erano anche gli ucraini, ma anche quella dei poveri alpini mandati al massacro dal fascismo.
Pare che nel nostro parlamento nessuno abbia letto i libri di Mario Rigoni Stern e Nuto Revelli.
La celebrazione del militarismo ha ormai sostituito il ripudio della guerra che quella generazione ci aveva lasciato in eredità nella Costituzione.
Non si comprende come si possa usare una battaglia avvenuta nel corso di una guerra di aggressione per “promuovere i valori della difesa della sovranità e dell’interesse nazionale”. Per il nostro parlamento per interesse nazionale possiamo invadere altri paesi?
E' la visione degli USA e anche di Putin, ma non dovrebbe essere quella della nostra Costituzione.
Ancor più grottesco che si scelga quella data per celebrare “l’etica della partecipazione civile, della solidarietà e del volontariato”.
I nostri parlamentari potevano scegliere una data che rendesse omaggio al sacrificio di tanti alpini caduti nella Resistenza per liberare il nostro paese dall’occupante nazista, oppure una data che ricordasse il ruolo meraviglioso nel soccorrere le popolazioni terremotate in Friuli o in Irpinia.
Invece si sceglie la data di una battaglia in cui gli eroi erano quelli che difendevano il proprio paese, non gli invasori italiani che combattevano al fianco dei nazisti.
Non stupisce che il primo firmatario della proposta sia un leghista e che Fratelli d’Italia si dica soddisfatta. Colpisce che ancora una volta il centrosinistra faccia propria un’iniziativa di questo genere. Evidentemente la conversione al militarismo è tale che ha valore anche retroattivo.
Dobbiamo diventare un paese che fa le guerre e quindi ci diamo una tradizione adeguata?
La nostra Repubblica e la nostra democrazia non sono nate proprio grazie alla sconfitta in quella guerra di Hitler e Mussolini?
La gravità del provvedimento è pari all’ignavia e alla superficialità dei parlamentari che lo hanno votato.
Chiediamo al Presidente della Repubblica di non firmare e rimandare alle Camere questa legge chiedendo che sia riformulata.
Chiediamo a tutte le associazioni democratiche, alle antifasciste e agli antifascisti, agli storici e agli intellettuali di fare sentire la propria voce.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea