La Tragedia della Mecnavi ha segnato la nostra comunità, 13 operai non hanno fatto ritorno a casa perché quel giorno sono andati a lavorare, costretti da un’azienda senza scrupoli a svolgere le loro mansioni in un cantiere senza sistemi di sicurezza senza vie di fuga, l’Elisabetta Montanari divenne una trappola. Un Paese civile non può avere luoghi di lavoro del genere, ma ancora oggi questa tragedia non ha fermato chi dirige in modo criminale le aziende. 1041 morti nel 2023 più di 80 volte la tragedia Mecnavi ogni anno. Noi queste morti le definiamo omicidi sul lavoro, morti di profitto, perché è ormai evidente che il menefreghismo di chi manda lavoratori, anche in nero, a lavorare e morire è consapevole del rischio che fa correre alle persone.
Nella nostra presentazione alla stampa questo è stato uno dei punti principali che come Comunisti abbiamo ribadito con forza: la necessità di aumentare persone e mezzi addette al controllo della sicurezza dei luoghi di lavoro. Non ci arrenderemo mai a queste tragedie vogliamo finalmente che si realizzi il nostro grido: MAI PIÙ!
Ricordiamo i lavoratori e siamo vicini alle loro famiglie:
Filippo Argnani, 40 anni di San Biagio (Argenta)
Marcello Cacciatore, 23 anni, di Ruffano (LE).
Alessandro Centioni, 21 anni, di Bertinoro.
Gianni Cortini, 19 anni, di Ravenna, primo giorno di lavoro.
Massimo Foschi, 36 anni, di Cervia.
Marco Gaudenzi, 18 anni, di Bertinoro.
Domenico Lapolla, 25 anni, di Bertinoro.
Mosad Mohamed Abdel Hady, 36 anni, egiziano
Vincenzo Padua, 60 anni, unico dipendente della Mecnavi.
Onofrio Piegari, 29 anni, di Bertinoro.
Massimo Romeo, 24 anni, primo giorno di lavoro.
Antonio Sansovini, 29 anni.
Paolo Seconi, 24 anni, di Ravenna, primo giorno di lavoro.