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SANITA': LA GUERRA CHE ABBIAMO PERSO

2025-05-15 19:35

Luigi Iorio

POLITICA, SANITA', emilia romagna,

SANITA': LA GUERRA CHE ABBIAMO PERSO

Questo articolo ha lo scopo di creare una riflessione, anzi voglio fare proprio una provocazione sfacciata, mettendo..

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Questo articolo ha lo scopo di creare una riflessione, anzi voglio fare proprio una provocazione sfacciata, mettendo in discussione tutto, menzionerò un fatto personale, ma non voglio ne pietismo ne visibilità fine a se stessa.

 

Tutto era iniziato verso fine marzo del 2025, avevo un fastidio al tallone sinistro, niente di che un semplice fastidio stagionale come tanti, per 3 giorni vado a fare il circuito al parco del Tondo di Lugo per tenermi un pò in esercizio, al terzo giorno dopo la doccia la caviglia sinistra è gonfia come uno zampone, dolore poco ma non potevo camminare. Da cittadino coscenzioso, di sinistra anzi comunista non volevo andare in ospedale per una caviglia gonfia, la sanità è in una situazione grave etc.

 

Decido quindi di curarmi da solo, giocando a calcio più volte ho avuto simili problemi, e così dopo 2 settimane di ghiaccio e antidolorifici la caviglia si sgonfia e piano piano torno a camminare aumentando l’autonomia del piede sempre di più. Già assaporavo la possibilità di tornare al Tondo quando una fitta terribile al tallone sinistro quasi mi fa cadere, il dolore è fortissimo e insopportabile, niente da fare decido di andare al Pronto Soccorso di Lugo.

 

E’ il 18 aprile ore 15.46 secondo la scheda di ammissione che mi fanno nello sporco bancone dell’accettazione del Pronto Soccorso, mi mandano in Ortopedia con Valeria che mi sostiene, non c’è nessuno nelle corsie, pochi minuti e mi chiamano, 3 minuti di visita 1 per esaminare la caviglia 2 per stampare carta, devo fare un ecografia, è un infiammazione curata male, non cammino ma non mi dà l’urgenza, infondo ho due piedi posso usare l’altro. Per il dolore mi da 5 giorni di pastiglie ben sapendo che tra ecografia e nuova visita passeranno 4 mesi almeno, poteva darmi l’urgenza, non c’erano altri pazienti in corsia, ma non sono grave abbastanza e poi ha i cazzi suoi da discutere col suo collega. Alle 16.17 sono già fuori.    

 

Ovviamente di prenotare l’ecografia in un tempo umano con il pubblico non se ne parla, si va a Imola da un privato, 90 euro e ti passa la paura come si dice a Napoli, e come spesso succede nelle strutture private l’infiammazione si vede ma l’esame non basta, te pareva, il dottore privato consiglia la risonanza magnetica. Mi danno le immagini piccole, quelle a colori posso scaricarle dal loro portale che non funziona e non sono mai riuscito ad averle. Prenoto la visita in ortopedia prescritta al pronto soccorso, siamo al 29 aprile, ma prima di due mesi nada, poi la signora al telefono fa il miracolo: 4 giugno, la blocco!

 

Intanto le pillole passano, i 5 giorni sono finiti da un pò, prendo qualche brufen e vado di ghiaccio, ma il dolore è fortissimo, cerco di resistere, ma il 5 maggio non ce la faccio più e torno al pronto soccorso di Lugo. Stesso bancone sporco ore 9.19 salgo in Ortopedia, c’è un pò di gente, un ragazzo straniero viene abbandonato nel dedalo dei corridoi, avevo sentito che andavamo nella stessa direzione, con Valeria a mio fianco lo peschiamo e lo portiamo in Ortopedia anche a lui. Mi chiamano, ho con me il mio bel pacco di fogli, gli spiego del dolore e che non posso camminare, il medico mi cazzia perchè non dovevo andare al pronto soccorso, uso l’ironia spiegandogli che essendo bipede, come molti umani, il non poter usare uno di essi è un problema visto che non posso stare 4 mesi col piede fermo, non sono una gru. Durata totale della visita 2 minuti, la caviglia non la guarda nemmeno, non mi dà l’urgenza ma mi mette “breve” e mi da 10 giorni di pastiglie, non può darmi una cura perchè nel referto del dottore privato c’è scritto che devo fare la risonanza e quindi che le vede a fare le immagini, via risonanza! Ore 10.09 sono fuori, la burocrazia funziona, l’assenza di cura non è un problema.  

 

Prenoto la risonanza magnetica in un convenzionato privato di Faenza, è venerdi 9 maggio, 36 euro di ticket e mi dicono di chiamare in settimana per passare a ritirare le immagini. Oggi giovedì 15 maggio le immagini non sono ancora pronte forse il 22 ci saranno, e affanculo la visita breve in ortopedia, la ricetta è scaduta, meno male che ho tenuto quella della prima visita del 4 giugno. In Italia il privato riesce ad essere peggio del pubblico, incredibile.

 

Come dicevo in premessa sono di sinistra, credo nello Stato, nei servizi pubblici, faccio politica e mi batto per queste cause, con il mio partito un anno prima del Covid eravamo fuori dall’ospedale di Lugo per chiedere aumenti di stipendio e assunzioni per il personale, eravamo 4 gatti e nessun dipendente. So dello stress al quale sono sottoposti e i sacrifici che devono fare le donne e gli uomini della sanità pubblica, spesso leggiamo di aggressioni etc. Quindi sono e resto dalla loro parte, ma loro ci sono o hanno ormai mollato? Vogliono combattere ancora per un servizio sanitario universale o gli va bene essere diventati dei produttori di carta?

 

Continuerò a battermi per cancellare l’autonomia regionale che ha devastato la sanità pubblica e fa arricchire le realtà private, le quali nel ravennate abbondano stranamente oltremisura. Continuerò a chiedere e a manifestare per salari più alti e per più assunzioni, ma le donne e gli uomini del servizio sanitario non dovrebbero perdere di vista un punto: che il paziente è una vittima come loro, che l’umanità non deve perdersi nel dedalo dei corridoi, altrimenti quei luoghi di cura diventano dei semplici uffici pubblici dove porti carte e ti danno altre carte, in attesa forse di una cura.

redazione@camminaredomandando.it

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