
Immagine da Piazza Barberini, la contro manifestazione pacifista
Sabato 15 marzo abbiamo assistito ad uno spettacolo assurdo, già previsto da tutte le persone di buon senso, ne ho parlato anche in un precedente articolo (difendeteci con il vostro sangue) forse però la realtà è stata anche a peggiorare delle più nere previsioni.
In sostanza la piazza di RearmEu nonostante la macchina mediatica a favore, la pre-organizzazione di un mese, i leaders e i grandi nomi, le organizzazioni che si sono mosse (sindacato, anpi pd e altri partiti) riesce a portare appena 30mila persone, un flop, mentre invece contemporaneamente a piazza Barberini con un preavviso di una settimana, partito da un piccolo partito come Rifondazione Comunista, al quale si è unita il resto della sinistra, con collettivi e associazioni, tra le quali ARCI, sono riusciti a portare 10mila persone tra le quali spiccavano molti giovani.
Questa è una delle chiavi di lettura delle manifestazioni del 15marzo: la piazza del riarmo con anziani e leaders senza popolo, partiti e organizzazioni destinati a spaccarsi, quella sensazione di vecchio mondo in dissoluzione, che sta sparendo, la quale urla “alle armi!” “alla guerra!” pretendendo dalla seconda piazza, quella dei giovani, che si immoli per loro. Morite per noi, per continuare a stare qui al comando.
D’altronde la propaganda sentita sul palco della piazza del RearmEu è degna del ventennio fascista, non mi meraviglia Augias, il quale l’ho ritenuto sempre un fake della cultura, i suoi discorsi sono sempre stati di un conservatorismo assoluto, il problema è che non lo si ascolta mai bene. Scurati lo ritengo un buon scrittore, ma sulla politica i suoi commenti in passato sono sempre stati mediocri, da propaganda partitica, mai che provocassero riflessioni anche dalla tua parte, si è inserito sempre in quella scia inutile del “dichiarati antifascista”.
La vera delusione è stata Vecchioni, sarà che a furia di frequentare l’Orsetto Gramellini si è rovinato, ma la sua invettiva sul “noi e loro” lui che cantava Samarcanda rinfaccia a “loro” di non aver cultura, ancora con l’occidente evoluto nel mondo selvaggio, dimenticando che il colonialismo, ieri delle nazioni oggi delle multinazionali, lo pratichiamo tranquillamente, come tranquillamente partecipiamo a piccoli e grandi conflitti. Noi europei abbiamo creato il fascismo e il nazismo e siamo autori di 2 guerre mondiali etc. etc.
Insomma un brutto e rancoroso intervento rivendicato anche il giorno dopo. Domenica la TV era a misura di boomer, sia su la 7 con l’Orsacchitto Gramellini sia su la Nove con FalcoFazio, era tutto un osanna alla piazza della civiltà un tripudio di autoinceso che i protagonisti quasi affogavano nella loro stessa saliva. Quelli dei bei sentimenti, delle giuste parole, quelli della grammatica correttiva dei cattivi pensieri, del tossico maschio, ribadivano da maschi bianchi etero e ricchi la necessita dei giovani guerrieri che muoiano per la nuova Europa.
La piazza del RearmEu però segna un fatto nuovo, o almeno lo sdogana: i media sono i nuovi partiti, dettano ormai l’agenda e le priorità a: parlamentari, senatori e a segretari dei partiti canonici. La piazza europeista del 15 marzo partita dall’iniziativa di Michele Serra, è stata però sostenuta ed organizzata da Repubblica che fa parte del gruppo Gedi in possesso della Exor degli Elkann-Agnelli, i quali producono armi, un conflitto d’interesse enorme. In sostanza sono i media (tv, giornali etc.) a decidere di cosa si deve occupare la politica, a dargli quindi il primo piano, quello che a loro non interessa non ci viene riferito, e a loro interessa quello che interessa ai loro proprietari, i quali sono imprenditori di costruzioni, o in sanità privata, o i mille altri settori come gli Agnelli-Elkann. Con Berlusconi c’era ancora la necessità di avere un partito per condizionare e fare politica, oggi i gruppi editoriali lo fanno direttamente, tra poco candideranno pure.
Sottovalutano però il lato negativo della propaganda: quando ripeti ossessivamente una cosa il popolo inizia a non crederci più, e si finisce che a crederci sono quelli che la diffondono.