
Dopo il brutale agguato andato in scena alla Casa Bianca ordito dal duo Trump-Vance contro Zelensky, l'Europa si è risvegliata dal sonno e ha scoperto che quello che fino a ieri considerava suo "alleato" numero uno, gli USA, altri non è che il più meschino dei traditori.
È così da sempre, fin dai tempi del Vietnam. Gli USA prima soffiano sul fuoco della guerra, poi abbandonano i popoli ai loro destini. Lo abbiamo visto in Iraq, Afghanistan e Kurdistan. Dietro la scusa di “esportare” o “difendere” la democrazia, si celano i più rozzi interessi economici e politici.
Eppure, nella società dello spettacolo, servivano le litigate in diretta stile "The Apprentice" per risvegliarci dal torpore. Gli USA hanno gettato la maschera: Zelensky è stata “bruciato” dai suoi stessi alleati, ai quali interessa disarticolare il legame tra Cina e Russia e determinare un nuovo ordine mondiale in cui l'Europa è una semplice colonia da vessare e bullizzare.
Per gli USA” la guerra è finita” citando una canzone dei Baustelle. A non capirlo sono Elly Schlein, Renzi e Calenda, pronti ad allearsi in vista delle prossime politiche e fare fuori gli alleati “scomodi” del M5S e AVS.
Ora, ci sarebbero due strade da percorrere.
La prima necessiterebbe di una grande prova di maturità, di uno sforzo collettivo, di uno scatto d'orgoglio europeo che mandi a quel paese la barbarie americana per costruire l’Europa della pace, dei popoli e della democrazia, uno spazio di diritti, di lavoro e di cultura affacciato sul Mediterraneo e con lo sguardo a Oriente.
La seconda, invece, è la strada dello scontro frontale e della rinuncia del proprio ruolo diplomatico, che non porterà da nessuna parte se non a impoverire ulteriormente gli italiani e gli europei con l'illusione di "sconfiggere" Putin (con quali armi, quali soldi e quali eserciti?).
Diceva Churchill, oggi molto in voga, che "Gli stati non hanno amici ma interessi". Bingo. È ora che in Europa se ne rendano conto tutti prima di restare isolati dal mondo e con un pugno di mosche in mano.